Una storia ad Oreno
Il corteo storico, la rievocazione del Giuramento di Pondida ed il Gioco della Dama, non sono tre attività culturali, folkloristiche e ricreative che casualmente vengono proposte alla cittadinanza dell'ambito della Sagra della Patata di Oreno, bensì la presentazione di alcuni fatti accaduti nell'ormai lontano Medio Evo, i cui contenuti umani e sociali seguono passo per passo l'uomo in ogni momento della sua vita. Il filo conduttore di questa celebrazione è il problema di sempre dell'uomo: la libertà. Libertà di pensiero e libertà di azione.
Ecco in breve la storia. L'Italia era sotto il dominio germanico. Il 3 marzo 1152 ad Acquisgrana era sto incoronato re di Germania Fedrico I° di Hohenstaufen dall'Arcivescovo di Colia. Era un giovane bellissimo dai capelli fulvi e dai denti bianchissimi che luccicavano fra la morbida barba color rame... i suio compagni lo chiamavano Barbarossa. Quali fossero le idee di questo nuovo giovane sovrano le abbiamo chiraramente indicate da lui stesso nel messaggio ai principi tedeschi: "Poichè la grazia divina ha rimesso nelle nostre mani il dominio di Roma e sul mondo, è nostro alto dovere l'aver cura dello stato di Dio"
Detto questo ra detto tutto.
Col pretesto di mettere fine alle sanguinose lotte tra i Comuni Lombardi, nell'anno 1154 Federico I° si affacciò alle porte d'Italia,
dando subito una tremenda prova di forza ai Comuni quale motivo severo alle loro velleità di indipendenza.
Ben presto però i Comuni si resero con delle vere intenzioni di Federico I°, dopo che ebbe rasa al suolo Milano la domenica delle Palme del I° aprile 1162.
Le angherie ed i soprusi di ogni sorta da parte dei Messi imperiali che l'Imperatore aveva lasciato in Lombardia, avevano diffuso uno stato di terrore e di ingiustizia.
Cosa potevano fare i Comuni Lomabardi per far fronte a questo stato di cose?
Una sola cosa potevano fare: unirsi per combattere il Barbarossa.
Il 7 aprile 1167, dice la tradizione, nel Monastero di Pontida i Comuni riuniti da Pinamonte da Vimercate costituirono la Lega Lombarda che nel maggio 1176
sconfisse Federico I° a Legnano nella famoda battaglia del Carroccio.
Grande fu la gioia di tutte le Contrade.
Priori, Maestri, Capitani, Cavalieri, soldati e popolo rientrarono nelle loro città, ed i Valvassori da Opreno (Da Oreno) ritornati nel loro castello di Oreno, in segno di gioia per la vittoria riportata,
invitatorono le Contrade ad una grande festa che oggi si propone nel Gioco della Dama nella Sagra della Patata.
Il Corteo Storico
Il Corteo Storico Orenese è composto da 7 quadri:
1° Parte iniziale o di annuncio
2° Contrada 4° classificata nel precedente Gioco della Dama
3° Contrada 3° classificata nel precedente Gioco della Dama
4° Parte di mezzo o detta dei Priori e dei Cavalieri
5° Contrada 2° classificata nel precedente Gioco della Dama
6° Contrada 1° classificata nel precedente Gioco della Dama
7° Parte dei dignitari: Valvassori da Opreno, Pinamonte da Vimercate, Comuni, Consoli, Soldati del Castello
altre info...
1° quadro: in questro quadro si trovano i Cavalieri di Ventura che aprono la strada al corteo, seguiti dai Trombettieri, Tamburini, dai Paggi, dall'Araldo con la pergamena della Vittoria del 1176, dai Cerimonieri e dal Maestro di Campo.2°/3°/5°/6° quadro: si trovano le Contrade Orenesi. Paggi, Porta Stemma e Gonfalone, Porta omaggi, Capitani di contrada con le rispettive Dame e Damigelle, Cavalieri, Giocatori di Dama, Giullari, Soldati e Popolani.
4° quadro: in questo quadro si trovano il Gran Maestro (Presidente del Comitato Sagra) i Priori di Contrada e vari dignitari a cavallo.
7° quadro: in questo ultimo quadro troviamo: Paggi, Giullari e Saltimbanchi, il Porta Stemma dei Valvassori da Opreno (stemma adottato dall'ex Comune di Oreno), Servitori, Vassalli, L'Arcivescovo di Milano Oberto da Pirovano, un Monaco di Pontida, Pinamonte da Vimercate, Milano distrutta, le Città della Lega Lombarda coi propri Consoli, altri paggetti, i Valvassori da Opreno (Oreno) ed i Soldati del Castello che per l'occasione vestono abiti bianchi e neri per il Gioco della Dama.